Un omosessuale ha scritto al giornale : 61 anni, siciliano, sposato con figli. Denominatore: la sofferenza. Da ragazzo era impossibile dichiararsi. Abusato da bambino, ha gridato tante volte al buon Dio di “farmi finire questo transito terreno… Essere omosessuale non si sceglie, si è. Come essere nero di pelle o con gli occhi azzurri. Se la gente capisse fino in fondo la lacerazione che viviamo, se sapesse l’incapacità che abbiamo di essere “normali” non saremmo additati come diversi”. “E più si è adulti, più si è sposati, più figli hai, più grande è la sofferenza”. Separarsi? dove tutti ti conoscono? far del male alle persone che più ami? Si soffre in silenzio, si piange nel letto la notte…
Staziante. Quanto siamo (stati) colpevoli.